Eccoci alle otto di mattina davanti al campo per il ritrovo. Oggi abbiamo una missione, abbiamo un compito. Che non e' quella di vincere una partita di calcio dei nostri campionati. Non e' riuscire a fare un gol da uno schema, non e' parare un rigore. Oggi e' molto di piu'. Oggi vincere vuol dire aiutare. Aiutare chi e' stato piu' sfortunato di noi. Oggi e' stare vicino a chi ha perso…... chi tanto,chi molto. E' aiutare a ripartire. A rivedere la luce. Siamo in una decina sabato mattina che vogliono essere li a Cresole. Che vogliono sentirsi forti per dare forza. Che sono motivati per dare nuove motivazioni alle persone che troveremo. Ed eccoli Mauro, Davide, Matteo Pasin., Riccardo, Donato. Marco, Tano, Gianni, Stefano, Matteo Schiavo. Ognuno attrezzato con stivali di gomma, guanti da lavoro, badili…..tutta merce introvabile in citta'. C'e' chi arriva dal turno di lavoro, senza passare per casa, che chi dopo una seratona difficile ha gli occhi mezzi chiusi, ma non si vuole mancare all'appuntamento. C'e' chi ha la frenesia di arrivare a Cresole, c'e' chi non rinuncia al caffe' della macchinetta del campo.
Dopo pochi minuti parcheggiamo l'auto nelle vicinanze del Comune, sito in via Diviglio.Ci vestiamo e con le nostre pale e guanti e stivali andiamo a registrarci. Vanno Mauro e Gianni. Noi rimaniamo fuori ad aspettare. E li mi si rallegra il cuore. Li vedo decine di persone che si stanno avvicinando al Comune, con il nostro stesso spirito. Con il nostro stesso obiettivo. Tanti saluti, tante faccie amiche. Tanti abbracci. Tante persone che non vedevo da tempo, le incontro qui, in un non normale sabato mattina, davanti al Comune di un posto che e' letteralmente in ginocchio. Ci guardiamo negli occhi e ci diciamo tutto. CI chiedono in quanti siamo, ci chiedono se siamo forti fisicamente, ci avvisano che ci mandano in una zona particolarmente colpita, in via Crosara, a Cresole, laddove c'e' il confine tra il paese e la campagna. Laddove il tempo sembra essersi fermato. Laddove le persone stanno lottando per rialzare la testa. Partiamo dal Comune a piedi e ci avviciniamo a questa via Crosara, ai piu' sconosciuta. Incontriamo tanti volti di persone che sono venuti ad aiutare, incontriamo tanti volti di persone colpite nello spirito dagli eventi accaduti. Vediamo un formicolio di persone tutte intente a fare pulizia, a togliere acqua dalle case, a sistemare garage e scantinati. Tutti hanno una volonta' di ferro. Una cosa che ci ha impressionati….. non un grido, non un'imprecazione si sente volare…..non una maledizione. Si sente solo il rumore della fatica. Il rumore del sudore che scende dalle fronti delle persone.Osserviamo facce stravolte da notti insonne. Notti in cui i pensieri e le preoccupazioni la fanno da padroni. Incontriamo una ragazza di trent'anni, bionda, carina, non conosco il nome, non ho il coraggio di chiederlo. E' provata. E' stanca. E' mortificata. Ha il passo pesante, lo sguardo perso, e facciamo quelle poche centinaia di metri tra il silenzio nostro e dell'ambiente che ci ruota attorno. Con il nostro camminare senza fiatare, vogliamo regalare a questa ragazza il nostro rispetto che abbiamo nei suoi confronti. Il fato vuole che questa persona ci porti dritti in via Crosara, dagli anziani genitori, che hanno necessita' di una grande mano. La loro casa e' stata violentata dalle acque, la loro campagna e' stata anneggata dalla piena. Il passo della ragazza ad un tratto si fa deciso e impaziente. Ci stiamo avvicinando dai genitori. Entriamo nella via,pochi passi ancora, giriamo l'angolo e vediamo montagne di detriti. Tonnellate
di materiale tolto dalle case e messo li, in mezzo alla strada. Non c'era altro posto. Non c'e' altro spazio. Materiale che a breve deve essere tolto da li. Vincola troppo I passaggi e le uscite dalle case. Gia' le case…..quello che rimane….
Entriamo nella corte di questa famiglia e lo scenario e' apocalittico……la campagna davanti a noi non e' altro che un terreno pieno di detriti, pieno di tutto..dalle cose piu' intime di quella famiglia, agli arnesi che una volta erano ricoverati in garage….
Vediamo altri giovani, altri volontari che in silenzio tentano di recuperare molto legname sparso al di la dell'orto. Ci accodiamo. Uniamo le forze. E con un passamano in poco tempo raccolgiamo il legno, e organizziamo decine di viaggi con le cariole per gettare tutto quello che troviamo…..e in mano mi scorrono, libri, quaderni, scarpe, pezzi di mobili, un leone di pelouche, contenitori di pasta, contenitori di detersivi, foto, posate, piatti, bicchieri…mi e' passato tra le mani un mondo, una vita….. la vita di quelle persone.
Per un secondo ci fermiamo, alziamo la testa e vediamo trenta, quaranta persone, che sono tutte impegnata a pulire, a transennare, a gettare, a raccogliere. Mai, mai, mai in quelle ore, in quella casa ho visto gente affranta o demoralizzata. Il gruppo si fa forza e regala forza. Ragazzi, ragazze, protezione civile, parenti, amici, tutti stretti, uno vicino all'altro….e questa la chiamano generazione di bamboccioni….
Ho visto gente anziana che non voleva gettare nulla. Attaccata ai loro oggetti. Oggetti che per loro rappresentano il passato e che vogliono conservare, anche se rotti, per ricominciare una nuova fase della loro vita. Mauro prende in mano la situazione e organizza il via/vai dei mezzi, che nel frattempo stanno arrivando. In poche ore con una decina di viaggi e la strada e' pulita. Nel frattempo io e Matteo P. ci dirigiamo verso il centro di Cresole. Vogliamo vedere con I nostri occhi. E I nostro occhi sono increduli, forse commossi nel vedere quanto disastro l'acqua ha combianto. Pian terreni, scantinati vuoti di tutto….ci sono solo muri pieni d'acqua. Vetrine che non ci sono piu'. Porte dei garage sparite. Giardini una volta pieni di fiori e ora un ammasso di fango. Nelle strade piene di terra, si sentono sirene di auto e gip della protezione civile, mezzi che vanno via, pieni di detriti e mezzi vuoti che arrivano. Tutti stanno facendo qualcosa. Nessuno e' fermo. La moltitudine dei volontari e' incredibile. E' commovente. Mi si stringe il cuore. Con Matteo ci dicamo che sembriamo in un posto di guerra. Assomiglia a quei posti visti per televisione, disastri raccontati dai nonni, scenari immaginati leggendo un libro. Continuiamo a vagare per il paese e non ci sembra vero nel vedere tanta devastazione. Mi fanno una grande pena alcune coppie di anziani, stralunati. Impauriti, scoraggiati. Mi fanno pena vedere
piccoli bimbi, cresciuti in fretta, con un badile in mano per dare supporto a giovani genitori che sembrano anch'essi stanchi.E' tarda mattinata, incontriamo amici come noi che sono li per aiutare. E ci piace, e ci conforta,nel vederci li tutti assieme. Non importa sapere da quale paese, da quale posto ognuno di noi
arrivi. Siamo li tutti per un unico obiettivo. Torniamo in via Crosara, e nel frattempo la famiglia, che non conosco il cognome, ci fa arrivare dei panini, che nel silenzio tutti mangiano. In quei minuti di calma apparente, ci conosciamo meglio, e la signora padrona di casa racconta gli attimi terribili dell'arrivo della piena. Ci racconta la sua angoscia, le paure sue, del marito, della famiglia. I suoi occhi brillano quando ci racconta del salvataggio del cagnolino che e' rimasto solo, attaccatto ad un pezzo di legno per cinque lunghissime ore in mezzo all'acqua gelida…non voleva affondare, non voleva mollare la vita.Non voleva darla vinta al destino. Ha dato una grande messaggio ai padroni, che dalla finestra si sono imbragati e calati per salvarlo. E la signora continua a raccontare, forse e' un bisogno che sente, mentre li vicino, l'anziano marito non sta fermo un secondo. E' agitato ma anche felice nell'averci li. E' preoccupato che qualcuno
non abbia mangiato. E' preoccupato che l'acqua del suo acquedotto non si possa bere. Offre del vino, delle bibite, porta un piatto di frutta, un dolce. Invita tutti a mangiare…c'e' ancora molta da fare da li a breve. Immagini struggenti se pensiamo al contesto in cui ci troviamo....Mi ringrazia e ringrazia tutte le persone che in poche ore hanno aiutato lei e la sua famiglia.
Credo che le sue parole : "senza di voi non ce l'avremmo mai fatta….." non si possano e non si debbano commentare.
E credo che questa frase sia stata detta in tante case, in tante famiglie, rivolta a quella fantastica marea di sconosciuti angeli invisibili, che dopo poche ore dal dramma non ci hanno pensato un attimo di piu' e hanno scelto la via del supporto, dell'aiuto, della solidarieta'......Un giorno, spero presto, queste mie righe le portero' di persona, con I miei compagni di viaggio, in via Crosara, in quella famiglia, dove sono certo, trovero' calore ed affetto. Quel calore ed affetto che in qualche modo abbiamo cercato di portare sabato mattina.
Un abbraccio e un grazie infinte ancora a Mauro, Matteo P, Riccardo, Gianni, Tano, Marco, Stefano, Matteo S, Donato….siamo tornato stanchi.
Siamo tornati piu' felici.
GRAZIE
Bellissimo il racconto Federico. Io ero in Via Chiesa a Cresole e riconosco in quanto hai scritto parecchie similitudini. Ho trovato un paese in ginocchio ma con una grande voglia di reagire. Eravamo in tanti sabato, è stata una scena, seppur nella disavventura, molto bella. AP
RispondiEliminaIl racconto, molto bello, è tratto da un sito di un'altra squadra, ma credo rispecchi i sentimenti e le sensazioni provate da tutti quelli che "hanno visto" e hanno partecipato.
RispondiEliminaAnche dalle mie parti, in città, ho visto tanti giovani venire a darci una mano, fondamentale x noi, e colgo l'occasioni per ringraziarli. Concordo che, nella disgrazia, sia stata questa una grande dimostrazione di civiltà, altruismo ed intelligenza, specialmente da parte delle nuove generazioni, spesso bistrattate o sottovalutate.
Complimenti a Davide e agli altri ragazzi del San Paolo e a tutti quelli che hanno dato una mano,anzi due..Marco G.
RispondiEliminaCerca squadra:
RispondiEliminaFochesato Diego, portiere del 1975, attualmente tesserato con Calcio Arso.
mi hai commosso, io abito in via crosara e so benissimo di cosa stai parlando...è vero siete stati degli ANGELI...senza l'aiuto di tutti voi non ce l'avremmo mai fatta, a testa alta e con tutta la forza che abbiamo in corpo andiamo avanti, nulla ci fa più paura adesso! GRAZIE
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